Erminio Giana era un alpino, medaglia d’argento al valore militare, caduto all’età di diciannove anni durante la Prima Guerra Mondiale. A Gorgonzola, il suo paese, vivono ancora i suoi discendenti e la cittadina gli ha dedicato dopo la sua scomparsa la squadra di calcio. Fondata nel 1909, terza realtà calcistica nella città Metropolitana di Milano dopo Milan e Inter, la Giana Erminio è l’unica tra i professionisti ad avere un nome e un cognome. I numeri e i risultati parlano oggi di una realtà modello ma soprattutto vincente: la Giana è la squadra più in forma nel campionato di Lega Pro girone A, forte di un quinto posto in piena corsa play off e dietro solamente a big come Alessandria, Cremonese, Livorno ed Arezzo. Per scoprire i segreti del successo di questa piccolo club di provincia bisogna tuttavia conoscerne bene la storia, basata sulla continuità delle persone. Il presidente, Oreste Bamonte dal lontano 1985 svolge con la massima attenzione il suo ruolo, mentre il tecnico Cesare Albè, un passato da impiegato alla Siemens, è alla guida della panchina biancoazzurra dal 1994. Molti sono quelli che gli danno del Ferguson, eppure Albè, 67 anni, ha portato la Giana Erminio dalla Promozione all’Eccellenza e dall’Eccellenza alla Serie D, fino a raggiungere una storica promozione in Lega Pro nel 2014, seguita da due meritate salvezze nel professionismo. Straordinarie sono invece le imprese che la Giana ha conquistato in questa stagione sul campo, espugnando prima l’Artemio Franchi di Siena e andando a vincere a Livorno una settimana fa. Una rosa composta per buona parte da ragazzi della zona e che fa riferimento a due uomini d’esperienza come il capocannoniere Salvatore “Sasà” Bruno, ex Modena e Brescia e ad Alex Pinardi, centrocampista bresciano cresciuto nell’Atalanta. Isola felice e società a tradizione famigliare, alla Giana gioca chi si impegna e decide di dare il massimo tutta la settimana, come la punta Aldo Ferrari. Bergamasco di Mozzanica, la scorsa stagione giocava in Promozione con la Mario Zanconti. In estate la chiamata di Cesare Albè che lo ha portato a debuttare nel professionismo, senza abbandonare il mestiere di operaio in un’azienda meccanica di Treviglio. Oppure Gullit Okyere, ventinovenne di origini ghanesi ribattezzato “il Rooney della Bergamasca”, per la prolificità dei gol segnati. Tornare nel professionismo era il suo sogno dopo essere stato a lungo l’idolo dei sostenitori del Palazzolo, squadra del suo paese, in Eccellenza. A Gorgonzola, in piena Martesana, si tifa solo Giana Erminio, motivo d’orgoglio per tutta la cittadina.  

Sezione: EDITORIALE / Data: Mer 01 marzo 2017 alle 16:00 / Fonte: lastampa.it
Autore: Mattia Vavassori
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