La Video Assistenza Arbitrale (VAR) in Serie A è concessa a partire da questa stagione, con un anno di anticipo sulla tabella di marcia. L'utilizzo dell'apparecchio è stato annunciato lo scorso aprile durante la riunione del consiglio federale della Federazione Italiana Gioco Calcio dal presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) Marcello Nicchi. La notizia è stata poi ufficializzata dalla FIGC e dalla stessa AIA e successivamente la Lega Serie A e le venti squadre del campionato hanno adeguato gli stadi all’utilizzo del VAR, che richiede specifiche telecamere puntate sul campo di gioco e un locale in cui posizionare la postazione video

ll nome originale della tecnologia – fornita esclusivamente dalla società inglese Hawk-Eye Innovations – è “Video Assistant Referee” e nei documenti ufficiali della FIFA e della Lega Serie A viene abbreviato con l’acronimo “VAR”: in italiano, quindi, “il Video Assistant Referee” o “il VAR”. Si può trovare anche scritto con la variante al plurale “Video Assistant Referees” – abbreviato in “VARs” – ma in questo caso ci si riferisce ai due arbitri addetti alla revisione delle immagini e non alla tecnologia. La corretta traduzione in italiano del nome della tecnologia è quindi la “Video Assistenza Arbitrale”.

Modalità di utilizzo del VAR:
Può essere usato per rivedere quattro specifici casi di gioco, stabiliti dal protocollo internazionale della FIFA valido in tutti i campionati del mondo in cui verrà adottato:

– per stabilire la regolarità di un gol;
– per decidere se espellere un giocatore;
– per decidere se dare un rigore;
– per correggere l’ammonizione o l’espulsione del giocatore sbagliato

I falli di gioco – se non commessi in area di rigore, se non giudicati da espulsione o non decisivi per l’assegnazione di un gol – non sono oggetti di revisione arbitrale data l’impossibilità di farlo senza interrompere troppo frequentemente le azioni, con il rischio di snaturare il gioco. I quattro casi in cui viene utilizzato il VAR, tuttavia, comprendono numerose dinamiche di gioco e la maggior parte delle situazioni più delicate che si verificano durante una partita.

Chi e dove si rivede le immagini:
Ogni società ha allestito all’interno del proprio stadio una stanza (la “Video Operation Room”) dove vengono ospitati gli operatori della Hawk-Eye e i due arbitri addetti al VAR, denominati VAR e AVAR. Se una società non ha potuto organizzare un locale all’interno dell’impianto sportivo, durante il campionato ha il compito di allestire una postazione esterna allo stadio dotata degli stessi requisiti tecnologici. Le uniche persone a cui è consentito comunicare con l’arbitro in campo sono i due arbitri addetti al VAR: possono farlo di propria iniziativa (per alcuni azioni, come quelle da gol, è sempre prevista la revisione) o su richiesta dell’arbitro in campo.

A bordo campo c'è invece la zona riservata alla revisione arbitrale (la “Referee Review Area”), posizionata tra le due panchine, nei pressi della postazione del quarto ufficiale di gara (il quarto uomo). Da quella postazione l’arbitro in campo può decidere di riguardare o meno i replay delle azioni: dopodiché potrà mantenere o modificare la propria decisione. Durante la revisione a bordocampo il gioco è ovviamente fermato e non esiste un limite di tempo entro il quale l’arbitro deve far riprendere gioco: spetterà a lui farlo il più rapidamente possibile.

Le immagini sottoposte alla revisione arbitrale:
I due arbitri addetti al VAR hanno a disposizione tutte le immagini prodotte per ogni partita di campionato, raccolte da un minimo stabilito di dodici telecamere. La videoripresa di una partita è affidata al club che la ospita. In Serie A otto squadre producono da sé le immagini delle proprie partite casalinghe (Juventus, Torino, Inter, Milan, Roma, Napoli, Sassuolo, Benevento) mentre tutte le altre hanno affidato la produzione alla Lega Serie A.

L’arbitro in campo vede le stesse immagini dei due addetti al VAR, ma su richiesta e una alla volta.

Il livello di tracciamento delle linee del campo – tecnologia necessaria per stabilire i fuorigioco – non ha niente a che vedere con quello che vediamo solitamente alla televisione: è molto più accurato e permette di prendere rapidamente una decisione. 

Per un'eventuale introduzione del VAR anche in Serie C, è intervenuto a una trasmissione radiofonica il presidente del Pordenone Mauro Lovisa, che si è così espresso sul suo probabile utilizzo nella terza serie professionistica: “Ho 50 e passa anni, dobbiamo adeguarci anche noi a questi social, ci sono molti soldi adesso nel calcio e troppi interessi, e gli episodi vanno poi a pesare. E' una tecnica che va migliorata e perfezionata come dicono in tanti, certi episodi, come quelli accaduti a esempio nella gara tra Juve e Cagliari, andrebbero almeno rivisti: non si può sempre rimanere con il sospetto. Il VAR è nato per fare le cose regolari ed evitare le polemiche, va usato in un modo che sia corretto per tutti: io ho già sentito parlare dei presidenti di Serie B che lo vogliono, e credo che arriverà anche in Serie C tra qualche anno. E sarebbe forse giusto: a esempio a Renate abbiamo perso una gara nella quale avremmo dovuto avere un rigore, alla fine anche questo è un modo di vedere un calcio diverso che fatto di meno emozioni e più interessi"

Sezione: EDITORIALE / Data: Gio 11 gennaio 2018 alle 13:30
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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