Ci riceve nel suo ufficio al piano terra del Caseificio Salernitano, l’azienda leader nel settore caseario che ha fondato a Gorgonzola per distribuire al nord i prodotti della sua terra, la Campania. Oreste Bamonte, 81 anni, nativo di Battipaglia (Salerno), è arrivato a Gorgonzola mezzo secolo fa e oltre alla mozzarella, ha portato un modo intelligente e tutto suo di fare calcio. Nel 1985 ha preso la Giana in Prima Categoria e nel 2018 ha iniziato il suo quinto campionato consecutivo in Serie C. Con le sue risorse ha ristrutturato lo stadio per giocare in Lega Pro “Non esiste la Giana lontano da Gorgonzola” e nel 2014 ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città. Bamonte è il presidente più longevo del calcio professionistico italiano, essendo in sella da 33 anni ma in Italia non è famoso, anche se la Giana nelle ultime due stagioni è arrivata ai playoff ed è la terza squadra della Città Metropolitana di Milano. Non ama le interviste e infatti la prima domanda, scherzando, la fa lui: “Conosce qualche presidente disposto a rilevare una società sana in serie C?” Perché, dopo Albé vuole lasciare anche lei? “Ogni tanto ci penso, ma poi la passione per il calcio e per la Giana sono più forti”.

E’ iniziato il quinto campionato in Serie C, il primo senza Cesare Albé in panchina dopo 23 anni.

Non mi sono ancora abituato a vederlo in tribuna, ma Bertarelli è un suo discepolo. E’ giovane, bravo e farà bene”.

Adesso avrà più tempo per le riunioni del sabato mattina con Albé e Colombo (Responsabile della Gestione da 30 anni ndr).

Da sempre mando avanti il club come fosse la mia azienda, i giocatori sono i lavoratori del pallone e Colombo e Albé sono i dirigenti della Giana. Poter parlare con loro una volta alla settimana è il minimo per fare il punto della situazione”.

Cosa ne pensa dei continui fallimenti in Serie B e C?

I club devono firmare contratti con i giocatori che possono rispettare, inutile investire se poi non ci sono le coperture. In azienda, quando assumo un operaio e firmo un contratto, poi gli garantisco ogni mese puntuale lo stesso stipendio. E così faccio con i calciatori che come gli operai hanno delle famiglie da mantenere. Le spese vanno ridotte; fosse per me la squadra partirebbe lo stesso giorno delle partite. Se tanti lavoratori si alzano alle 4 o alle 5 di mattina per andare sul posto di lavoro, non vedo perché i calciatori, che sono molto più fortunati degli operai, non possano partire alle 6 o alle 7 per andare a giocare una partita di pomeriggio. Ma a volte i miei collaboratori mi fanno cambiare idea”.

Nel derby col Monza si troverà in tribuna con Berlusconi. Cosa gli dirà?

Che ha fatto bene a rientrare nel calcio per vivere una passione. E poi che è un mio coetaneo”.

Qual è stata la gioia più bella con la Giana e quale il traguardo che deve ancora raggiungere?

 “La gioia più bella è stata la realizzazione dello stadio, il traguardo è la Serie B. Siamo ambiziosi e ci vogliamo provare, con le nostre forze e le nostre idee”.

Sezione: EDITORIALE / Data: Dom 07 ottobre 2018 alle 11:45
Autore: Stefano Spinelli
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