"Ti dico la verità: sarà certamente una sensazione strana, quando lo rivedrò non so se chiamarlo mister o Ale…". Il dubbio è quello di Daniele Casiraghi, centrocampista del Gubbio che domenica 14 ottobre allo stadio Galli arriverà con suo il Gubbio a sfidare l’Imolese di Alessio Dionisi, quello che a marzo 2011 era il capitano della Tritium, nella quale lo sbarbatello di Pozzo d’Adda esordiva nell’allora Seconda Divisione della Lega Pro. Il giovane Daniele a muovere i primi passi con i grandi ed il “vecchio” Alessio a fare da chioccia: "Ho esordito a 17 anni e com’è normale per un giovane ero un po’ pauroso – ricorda il centrocampista lombardo da 4 anni al Gubbio – ma tutti i vecchi, a partire da Alessio, mi trattarono subito bene insegnandomi tante cose. Ripensandoci ora, era chiaro che Alessio avesse lo spirito dell’allenatore già in quei momenti: sapeva gestire al meglio e con calma tutte le situazioni, parlava sempre con precisione e si faceva capire, insomma era davvero un bravo capitano". Un capitano sia in campo che nello spogliatoio: "In campo si è sempre fatto rispettare: era pronto a bacchettare noi giovani ma capiva anche il momento nel quale ci serviva un complimento. Rispetto al calcio di adesso, però, noi giovani eravamo diversi: stavamo zitti ed ascoltavamo tutti i consigli, c’era un rispetto per figure come quella del capitano che adesso magari non ci sono. Alessio faceva tutto nel modo giusto, anche nello spogliatoio: era sempre con la battuta pronta, in tutte le cose però era preciso ed ordinato". Precisione ed ordine: due sostantivi che ha trasmesso subito alla sua Imolese…"E’ vero – concorda Casiraghi – ha trasportato in panchina tutto ciò che era da calciatore: era un difensore dai piedi buoni, faceva certe sventagliate di 40 metri a destra e a sinistra con una precisione incredibile…Era un difensore con i piedi da trequartista, tanto che calciava (segnandoli, ndr) anche i rigori…Ci siamo rivisti un paio di estate fa per la partita di addio di Giorgio Pesenti, una bandiera della Tritium: l’ho trovato ancora in forma, sarà certamente ancora così". Casiraghi che dopo il fallimento della Tritium (in quel periodo ha avuto anche come compagno l’ex Imolese Monacizzo, ora alla Fezzanese in D, ndr) si trova a firmare per il Lecce ed ora è da 4 anni un pilastro dl Gubbio, Dionisi che nel frattempo appende le scarpe al chiodo cominciando la carriera da allenatore rampante con Olginatese-Borgosesia-Fiorenzuola-Imolese nel suo curriculum “ascendente”… "Nel calcio ci sono momenti strani ma se uno è predisposto ed ha voglia di fare come Alessio si può arrivare e crescere in fretta: sta facendo bene da subito, gli auguro di continuare così anche se noi abbiamo bisogno di vincere la partita perché veniamo da quattro pareggi consecutivi nei quali abbiamo giocato bene ma non siamo riusciti a concretizzare le nostre azioni. La serie C di quest’anno è ancora più equilibrata del passato, puoi vincere e perdere con tutti: non è un caso che si siano tanti pareggi, le partite si decidono spesso su episodi. Cos’è per me Alessio? Per me è semplicemente il Capitano, con la C maiuscola, è stato il primo che ho avuto e mi ha insegnato davvero tanto". Quel Capitano che domenica sarà sulla panchina avversaria e che dipinge così l’ex compagno: "Casiraghi è un giocatore brevilineo – parola di Dionisi - con i piedi buoni e con i colpi da trequartista. Se lo dovessi descrivere con un aggettivo direi che in campo è un giocatore equilibrato mentre fuori è un atipico, un “non giocatore” per la serietà che ha e che è tipica di chi viene dalla zona bergamasca e da una famiglia di sani valori. Vederlo in campo come avversario mi farà un po’ effetto, come mi ha fatto nel turno scorso vedere nel Pordenone in campo Magnaghi, altro ragazzo che giocava con noi alla Tritium… Vuol dire che sono diventato vecchio".

Sezione: EDITORIALE / Data: Dom 14 ottobre 2018 alle 10:00 / Fonte: Articolo di Andrea Mirri sul "Sabato Sera" di Imola
Autore: Stefano Spinelli
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