Chiara Cavenaghi, 23 anni compiuti da una settimana, è la frizzante fidanzata di Aaron Martinelli, pilastro della difesa della Tritium dalla stagione 2007/2008. Studentessa al quarto anno della facoltà di farmacia in quel di Milano, è originaria di Colico. Bella e solare, si concede ai nostri microfoni senza riserve.

Cara Chiara, domanda di rito: come vi siete conosciuti tu ed Aaron?
“Ci siamo conosciuti parecchi anni fa, eravamo entrambi molto piccoli, quattordicenni. Lui, milanese, veniva di tanto in tanto a Colico con la famiglia. Un pomeriggio stavo passeggiando con una mia amica quando decidiamo di entrare in un bar. Mi ricordo ancora il primo sguardo: lui era dentro e giocava a biliardino con un amico. Mi ha notata subito e non ci ha pensato due volte, si è avvicinato e ha cominciato a chiacchierare; dopo 2 anni ci siamo fidanzati”.

Siete fidanzati da molti anni ed eravate solo due adolescenti quando tutto è iniziato: come siete riusciti a mantenere vivo il rapporto?
“Sembrerà strano, ma ciò che ci ha aiutato è stata la lontananza. Ha alimentato la voglia di vedersi, aspettavamo entrambi con ansia il momento in cui ci saremmo visti! Inoltre abitare in due città distanti ci ha permesso di mantenere i nostri spazi, la nostra vita quotidiana e le nostre amicizie”.

La libertà da minorenni è limitata: come riuscivate a vedervi?
“Ovviamente essendo minorenne e ancora una ragazzina mia madre non mi permetteva di raggiungerlo a Milano. A quei tempi Aaron giocava nell’Atalanta, così attendevo ansiosa il sabato pomeriggio: dopo la partita Aaron veniva da me e potevamo trascorrere insieme la domenica”.

Ora che siete più grandi cos’è cambiato?
“Io sia per studio che per amore mi sono trasferita a Milano, quindi ora possiamo vederci ogni volta che vogliamo. Io rimango a Milano tutta la settimana e il weekend torno a Colico dalla mia famiglia”.

Quella di Aaron è una professione particolare: qual è il tuo rapporto con il mondo del calcio?
“Sembrerà strano, ma a me il mondo del calcio piace. Se fossi stata uomo e avessi avuto le capacità, penso che avrei fatto il calciatore. Sostengo fortemente Aaron nella sua scelta, perché lui è felice e soddisfatto della sua scelta. Non so quante persone possano sostenere lo stesso circa la propria professione”.

So che il calcio ti piace a tal punto da aver deciso di diventare arbitro: vuoi dirci qualcosa di più?
“Già (ride, ndr). In realtà mi ci ha trascinato mia sorella, che non voleva fare il corso da sola. Lei ha persino esercitato per due anni. Abbiamo seguito un corso e poi sostenuto l’esame di abilitazione: è un esame difficile, suddiviso in 3 parti: un tema di italiano, uno scritto e un orale. Nulla è lasciato al caso e la conoscenza della materia calcistica richiesta è davvero molto approfondita”.

Perciò ora quando vai allo stadio ti diverti a fare la “tecnica”?
“Diciamo che più che altro cerco di non farmi cogliere impreparata! Ultimamente la vita da pendolare tra Milano e Colico mi sta creando qualche difficoltà nel seguire il campionato, ma cerco di essere presente ogni volta che posso”.

C’eri anche il giorno dell’ultimo sfortunato infortunio?
“Per fortuna no, sarei morta di paura. Ho visto il video su Youtube in un secondo momento, e mi sono spaventata molto. Aaron ha perso i sensi e molto sangue: le immagini erano drammatiche. Quando mi ha chiamato dicendomi che era in ospedale mi sono subito agitata. Lui sa che sono ansiosa per cui quando succede qualcosa tende a sdrammatizzare per non farmi preoccupare. Io, però, che ormai lo conosco, ho chiamato subito tutti i suoi amici per sapere se mi avesse detto la verità. Per fortuna si è risolto tutto per il meglio, l’operazione è andata a buon fine. La sua prima frase al risveglio dall’anestesia è stata: “Quando posso riprendere gli allenamenti?”.

Un giocatore ideale insomma: il tuo Aaron sembra proprio non aver difetti, tutti ne parlano sempre molto bene.
“Se doveste chiedere alle mie amiche vi direbbero che è  perfetto, praticamente un angelo: è buono, generoso, intelligente,determinato, comprensivo. Pensa che non abbiamo mai litigato: lui è sempre molto accomodante, soprattutto con me, ma io due difetti li so: è testardo e smemorato!”.

Smemorato?
“Sì, (scherza, ndr), soprattutto per ciò che riguarda me. Si dimentica sempre quello che gli dico!”.

Ti devo ringraziare Chiara, ci siamo divertite molto in questa intervista! C’è qualcosa che vuoi dire al tuo fidanzato per concludere?
“Sembrerà banale, ma vorrei solo dirgli di continuare così…così motivato, così determinato, così sereno. Caro Aaron, fai durare il tuo sogno il più a lungo possibile, io ti sosterrò sempre!”.

Sezione: LADY TRITIUM GIANA / Data: Gio 01 novembre 2012 alle 12:00
Autore: Elisa Dolzini
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