Attraverso le colonne del portale calcistico zonacalcio.net, è stato intervistato Emanuele Bardelloni, l’attaccante della Giana Erminio arrivato durante la scorsa estate dal Forlì. Sull’inizio di stagione spiega: “E’ stato un inizio di stagione difficile, anche le assenze hanno inciso sui nostri risultati. La partita con la Viterbese era stata una partita complicata in un campo davvero difficile, era una sfida sentita. Cercavo la rete da un paio di partite è finalmente era arrivata contro i laziali, ma soprattutto ciò che contava era la vittoria. Pinardi è fondamentale per noi, si è sentita la sua mancanza, ha quella personalità che fa la differenza, un calciatore di un’intelligenza unica che rende più facile il nostro compito”.

Sul suo ambientamento nel club biancoceleste spiega: “Mi hanno accolto davvero bene, facendomi sentire immediatamente parte del gruppo. Con mister Albè e il suo staff c’è stata subito sintonia, una persona davvero a modo, che mi ha permesso più facilmente di integrarmi con la nuova società, seria e virtuosa. Qui si vive serenamente, il club non ci fa mancare nulla, in queste condizioni ti senti davvero motivato”.

Sugli obiettivi che si prefigge di raggiungere con la squadra risponde: “Dobbiamo mantenere un profilo basso, raggiungere il prima possibile la salvezza, e poi pensare a migliorare gli obiettivi raggiunti anche la scorsa stagione, siamo consapevoli del nostro valore. E’ un campionato molto equilibrato, siamo tutti lì, non è possibile fare calcoli, bisogna fare più punti possibili”.

Le sue impressioni durante la sua carriera sul legame tra i tecnici e sui giocatori con cui si è allenato: “Sono legato a Massimo Gadda e al suo vice Antongiulio Bonacci che ho avuto a Forlì. Un altro tecnico importante nella mia carriera calcistica è stato Salvatore Giunta ai tempi del Brescia. Ho avuto la fortuna di allenarmi con Antonio Cassano, dal punto di vista calcistico un fenomeno”.

Svela i suoi idoli: “I miei idoli sono Shevchenko e George Best, ho letto la biografia del nordirlandese, parliamo di un talento così folgorante che a soli 17 anni indossava la maglia dei Red Devils, e che a 22 anni aveva vinto tutto”.

Il suo parere sulla regola degli under: “Non sono d’accordo con questa regola, che non avrei accettato nemmeno se fossi stato un under. Ai tempi del Como, quando ero considerato un under, giocava solo chi lo meritava. Questo obbligo penalizza molti ragazzi, mi dispiace per i tanti colleghi, calciatori di spessore, che si ritrovano in seria difficoltà, purtroppo alcuni di loro sono costretti a trovare sistemazione in D”.

Infine, sulla serie B: “Io ci credo, sono conscio di quanto posso dare e del mio valore. L’unico modo per raggiungere la cadetteria è dare il massimo, offrendo prestazioni di grande livello

Sezione: LE INTERVISTE / Data: Ven 13 ottobre 2017 alle 07:30
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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