Mapello dista 85,3 chilometri da Appiano Gentile e per arrivarci ci vuole circa un'ora di macchina. Ma il viaggio di Stefano Vecchi è durato circa nove anni: un percorso di crescita tra gioie e dolori, vittorie e sconfitte. Partito con la vittoria di un campionato di Promozione sulla panchina del Mapello, passato per il doppio salto in alto alla guida della Tritium dalla serie D alla serie C1, con ultima fermata prestigiosa in serie B, stavolta fuori Lombardia, a Carpi, in quell'Emilia Romagna che lo ha visto per 13 anni giocatore in serie C1. Ventiquattro anni dopo aver indossato la maglia della Primavera dell'Inter, essere partito in ritiro con la prima squadra di Giovanni Trapattoni, Stefano Vecchi è tornato in nerazzurro per riportare la Primavera nerazzurra sul tetto d'Italia. E l'avvio di stagione sta dando ragione a lui e alla società: sei vittorie su sei partite, miglior attacco del campionato e miglior difesa del girone B: "Speravo in un avvio di campionato così esaltante, ma non credevo riuscissimo da subito a trovare questa costanza di prestazioni - dice il tecnico dell'Inter -. Ci danno per favoriti, ma dobbiamo lavorare giorno dopo giorno per migliorarci e raggiungere gli obiettivi".

Tra scudetto, Coppa Italia e torneo di Viareggio, qual è l'obiettivo?
"Non mi piace scegliere, vorrei arrivare fino in fondo in tutte le competizioni e vincerle".

Beh, al momento sembra tutto facile.
"Abbiamo una rosa ricca di talento, possiamo e dobbiamo puntare al massimo".

La domanda che si fanno in tanti è: "Come mai un allenatore lascia la Serie B per la Primavera"?
"Dopo Carpi aspettavo una chiamata dalla B, ma sono state tutte chiaccherate superficiali. Non volevo stare fermo, amo troppo allenare. Così piuttosto che ripartire dalla Lega Pro ho accettato con entusiasmo questa nuova sfida. Non avevo mai allenato in Primavera e l'Inter mi ha chiesto di farlo come fosse una prima squadra".

Nostalgia dei grandi?
"L'atmosfera un po' mi manca. Giocare negli stadi pieni ti esalta. La Serie B ha comunque un buon seguito".

La sorpresa più bella fin qui da allenatore?
"La seconda promozione con la Tritium. In D eravamo uno squadrone, in C2 non eravamo partiti per vincere".

La delusione maggiore?
"Il playout perso contro il Pavia. Nelle difficoltà disputammo un'ottima stagione. Senza 8 punti di penalità ci saremmo salvati".

La gioia più grande?
"Quella che verrà. Sono venuto all'Inter per vincere e voglio rispettare il programma".

E l'esonero di Carpi?
"Ho lavorato bene, mi hanno mandato via che eravamo a 3 punti dai playoff...".

Torniamo alla sua Primavera. Bonazzoli e Puscas non sono già da prima squadra? E non ha paura che a gennaio possano andare via?
"Sono pronti, certo. A patto che trovino un club che li sappia aspettare e permetta loro di sbagliare per crescere senza pressione. Cosa succederà a gennaio non lo so, ma tra gli obiettivi miei e del club c'è la crescita di tutto il gruppo: vogliamo ottenere risultati importanti e tra questi c'è anche la possibilità di vedere qualcuno di loro andare a giocare tra i professionisti. In fondo, questo è il nostro vero scopo: formare i talenti del futuro".

Sezione: LE INTERVISTE / Data: Dom 26 ottobre 2014 alle 13:00 / Fonte: Vincenzo D'Angelo per La Gazzetta dello Sport edizione Lombardia
Autore: Mattia Vavassori
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