A tre giorni dalla disfatta contro l’Olbia nei playout, parla Cesare Albé: “La botta per quello che è successo martedì sera non è ancora passata – confessa il 70enne allenatore della Giana Erminio -; non riesco ancora a farmene una ragione. E’ stata una mazzata tremenda. Nel secondo tempo in undici contro nove abbiamo avuto quattro nitide palle-gol, in quella di Bellazzini e in una di Manconi c’erano anche dei compagni liberi di calciare a porta vuota. Bastava solo passare la palla. E nel corner del pareggio, che abbiamo regalato, non abbiamo letto per niente la situazione. Complimenti all’Olbia”.

A fine partita è entrato negli spogliatoi? Cosa vi siete detti con la squadra?

“No, non sono entrato. Al fischio finale non riuscivo nemmeno ad alzarmi dalla panchina. Sono rimasto immobile per non so quanto tempo, poi quando mi sono alzato, ho preso le mie cose e sono andato a casa”.

I giocatori li ha sentiti in questi giorni?

“Mi hanno telefonato tutti ma non ho risposto a nessuno. Lo farò nei prossimi giorni. Ho risposto solo al presidente e al direttore Colombo”.

Alcune voci dicono che sta pensando di lasciare la Giana, non solo la panchina…

“Non potrei mai farlo, per amore del calcio, di questa società e per rispetto del presidente Bamonte, con cui ho un rapporto che va molto aldilà del calcio”.

E adesso cosa succede?

“Dipende tutto dal presidente. Se vuole fare domanda di riammissione in C, ci sono buone probabilità di essere ripescati. Io lo spero, ma dobbiamo essere pronti anche a fare la Serie D. La cosa importante per me è non smantellare il settore giovanile che in questi sei anni abbiamo costruito. E’ un patrimonio importante che merita di andare avanti anche se l’anno prossimo saremo in D”.

C’è anche da scegliere il nuovo allenatore …

“Tutto a suo tempo. Siamo già in luglio, è vero, ma prima capiamo cosa vogliamo fare e poi ci muoveremo”.

Sezione: LE NOSTRE ESCLUSIVE / Data: Sab 04 luglio 2020 alle 07:25
Autore: Stefano Spinelli
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