Mi inorgoglisce quando la Lombardia viene indicata come la prima regione d’Italia.
Mi inorgogliscono i numeri e l’attività svolta dalle quasi 1.500 società lombarde che praticano il calcio dilettantistico e giovanile.
Mi rende costernato, invece, quell’amaro primato che la Lombardia ha purtroppo registrato nella terrificante classifica dei contagi dell’epidemia Coronavirus che ha caratterizzato quest’inizio del 2020. È proprio la nostra Regione, infatti, ovvero la più popolosa della Penisola, a pagare il maggior dazio in termini di vittime e contagiati sin dalle prime ore d’inizio dell’emergenza. Una Regione industriale e industriosa, pesantemente colpita in tutti i suoi, anche eccellenti, settori. Non ne è andato esente, ovviamente, il nostro amato sport, da subito bloccatosi già dallo scorso 23 febbraio con un susseguirsi di provvedimenti, anche controversi e talora contraddittori fra loro, che di fatto hanno portato alla chiusura di tutte le attività, con estensione dai campionati sino agli allenamenti. Uno stop doveroso, che il C.R.L. ha immediatamente osservato, per tutelare la salute di atleti e non, e che si protrarrà sino a quando non sarà possibile ritrovare almeno una parvenza di normalità. Ma non è ancora il tempo di pensare al ritorno in campo e ai campionati, quanto piuttosto di stringerci simbolicamente intorno a quelle famiglie e a quelle società che hanno perso in questa battaglia propri componenti. Vorrei infatti cogliere l’occasione di queste righe per esprimere la vicinanza mia e del Comitato ai nostri concittadini lombardi per le gravi perdite umane che l’epidemia ha causato nella nostra Regione. Il pensiero corre, in particolare, ai purtroppo numerosi dirigenti e collaboratori delle società affiliate che non ce l’hanno fatta, lasciando nel dolore tutti i propri cari e non ultimi gli sportivi con i quali hanno condiviso negli anni percorsi di vita e di club. Alle società d’appartenenza rivolgo il cordoglio da parte dei componenti del C.R.L., garantendo loro che faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per dimostrare anche concretamente il nostro sostegno. E non appena ne avremo la possibilità ci faremo trovare pronti per ripartire tutti assieme, anche in memoria di chi ci ha purtroppo lasciato.
Che sia una Pasqua di vera Resurrezione per tutti noi.

Giuseppe Baretti.

Sezione: EDITORIALE / Data: Ven 10 aprile 2020 alle 09:00
Autore: Rossana Stucchi
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