Sosta forzata, tempo di bilanci e di prime sentenze, circa l’andamento della stagione. Eppure, quando di mezzo c’è Giulio Cagliani, attualmente impegnato in qualità di allenatore dell’Under 15 della Falco Albino ed ex mister della Tritium, diventa impossibile mantenersi sui binari di una canonica intervista. Il tecnico di Gorle, più recentemente visto all’opera, in ambito di prime squadre, sulle panchine di Cologno Frassati, Palazzolo, Ponteranica, diventa un fiume in piena dinanzi alla stretta attualità, dinanzi alla morsa di un COVID-19 che non pare affatto intenzionato a placare la propria virulenza, seminando disagi e preoccupazione nella Bergamasca. Il calcio e le complicanze ad esso legate passano evidentemente in secondo piano, per non dire sullo sfondo, ma il grido d’allarme di mister Cagliani finisce per definire con precisione un quadro, più generale, scandito dall’inquietudine del momento, ma anche dalla voglia di normalità. A tutti i livelli, non soltanto in un campo da gioco. “I casi stanno aumentando – spiega Cagliani – Bergamo e la Bergamasca sono nell’occhio del ciclone, rappresentato da questo Coronavirus, eppure stando ai comunicati, emessi praticamente a getto continuo, sembra che la priorità sia quella di doversi allenare e giocare. Va da sé che Albino, Alzano Lombardo, Nembro, più in generale la Valle Seriana, stiano per essere ricompresi nella famigerata Zona Rossa, ma qualcuno, dai piani alti, si ostina, a suon di Comunicati tutt’altro che chiari e passibili di pericolose interpretazioni, a voler rimandare di una settimana”. Mister Cagliani proprio non ci sta e sciorina un esempio ben preciso, per delineare una situazione che guadagna giorno dopo giorno nuovi dati e nuovi elementi di dibattito: “Tra ordinanze, delibere, libere interpretazioni, stiamo a ipotizzare se e come ci si possa allenare, discernendo sul metro, o poco più, di spazio necessario ai fini della sicurezza. Ma ora non dobbiamo pensare ad allenarci, dobbiamo solo pensare a guarire! Eppure gli indizi per pensare che qualcuno abbia trovato tempi e luoghi per allenarsi ci sono, così come trovo assurdo il Comunicato emesso dalla L.N.D. che consente alle squadre bergamasche di Serie D di allenarsi. Premesso che la L.N.D. dipende da Firenze, ma siamo pur sempre a parlare di calcio bergamasco, che in quanto tale vive un momento di particolare rischio. E poi c’è il calcio giovanile, che per qualche insensato motivo prova a tenere viva la fiamma della speranza e del rinvio, settimana per settimana. Siamo di fronte a un’emergenza planetaria, che rischia di mettere in discussione eventi come gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Tokyo. E noi siamo qui a parlare di De Guz, Cassera e Bonacina?”. Accorato, persino disperato, l’appello pronunciato in fondo da Giulio Cagliani: “Mettiamoci il cuore in pace, basta con le caterve di Comunicati, non alleniamoci, lasciamo perdere le porte, chiuse o aperte che siano, e chiudiamola qua per tutto marzo, almeno. Se ne riparlerà, forse, ad aprile, e se anche dovremo slittare a maggio, nel nome di questo benedetto, e regolare, svolgimento dei tornei, non dobbiamo fare drammi, perché prima di tutto vengono salute e sicurezza. Una volta tanto, vorrei che la Federazione desse prova di elasticità e buon senso”.

Sezione: NEWS TRITIUM / Data: Mer 04 marzo 2020 alle 18:00 / Fonte: Articolo di Nikolas Semperboni per bergamoesport.it
Autore: Mattia Vavassori
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