L'ex Tritium Giovanni Previtali, neo acquisto del LemineAlmenno, compagine bergamasca che milita nel campionato di Eccellenza, tornato da poco dall'esperienza calcistica in Australia, ha rilasciato un'intervista al portale tuttocampo.it.

Raccontaci un po' la tua storia. Come mai dall'Australia al LemineAlmenno?
“Ho lasciato l'Italia nell'ottobre del 2014 (quindi all'età di 23 anni) alla ricerca di qualcosa che mi stimolasse e che fosse totalmente lontano da uno stile di vita che mi aveva un po' stancato. Sono partito anche perché l'ultima esperienza alla Tritium, in un anno incredibile e positivo per il gruppo, l'allenatore, lo staff medico, i compagni, ma negativo per la società, è stato un repellente per il mondo del calcio (si tratta della stagione 2013-14 in Promozione con il patron Di Conza, l'ultima prima del fallimento del giugno 2014 ndr)”.

In quale squadra giocavi in Australia e in quale categoria?
“L'esperienza calcistica l'ho ripresa l'anno scorso, esattamente a marzo dove ho firmato un contratto con una squadra di Adelaide che giocava in serie B. La A-league è un circuito unico che non prevede ne' promozione ne' retrocessione, quindi dal mio punto di vista anche un po' poco stimolante. Mentre la serie B si chiama National Premier League ed è suddivisa in regioni: New South Wales, South Australia, Queensland, Tasmania, Victoria, Western Australia, Northern NSW e Capital. Le vincenti dei playoff di ogni singola regione si affrontano in una fase finale per decretare la vincente finale. Esiste la retrocessione per ogni regione. Devo dire che la mia vecchia società metteva a disposizione una struttura importante con campi di allenamento, palestra e vasche di recupero. Se ti sposti in Sydney o Melbourne con una popolazione superiore diciamo che è più sentita, con una maggiore affluenza. La nostra era di 500 persone di media, non male, considerando che il calcio è il terzo sport in Australia. Ricordo che quando abbiamo fatto un'amichevole con Adelaide United c'erano 5000 persone ed è stato molto bello”.

Quali sono le principali differenze tra calcio italiano e australiano?
“Se dovessi fare un confronto con il livello di qui, potrei paragonarlo ad una serie C da salvezza e una buona serie D. E' molto fisico, infatti mi sono dovuto adattare a livello atletico, però secondo me acerbo dal punto di vista tattico. In Italia siamo famosi per il tatticismo, un aspetto che là è precario perché essendo una colonia inglese e avendo una mentalità piu vicina al football, l'aspetto atletico e fisico sono la prima richiesta. Giocavo da trequartista, e nonostante questo, ne facevo di chilometri”.

E le differenze principali nella vita di tutti i giorni?
“E' stata una delle esperienze più belle della mia vita perché mi sono dovuto calare nella realtà totalmente diversa e adattare me stesso, il che significa crescere come persona e come calciatore”.

Gli australiani conoscono il calcio italiano?                                                                                                                                                              “Conoscono il calcio italiano perché come detto prima, nonostante il sangue inglese, il calcio lo portano avanti italiani ed europei che si mossero in australia negli anni '50. Ho scelto di tornare, nonostante avessi la possibilità di firmare con un altro club, perché sentivo l'esigenza di stare vicino casa, vicino alla mia famiglia e sono davvero felice di questa scelta. Lo stile di vita è diverso e non è stato facile, e non lo è tuttora ritornare ai ritmi italiani. Cercavo una realtà competitiva dove mi potessi mettere in gioco e vicino casa. Ho trovato LemineAlmenno, dove ritrovo un giocatore con cui ho già giocato, ma soprattutto una società solida guidata da persone molto serie, oneste e trasparenti, con obiettivi e pianificazione. Il mister è una persona che mi ha trasmesso grinta e ottima preparazione, e la squadra ha ottimi giocatori ma in primis ottime persone. Una squadra unita e determinata. La strada è in salita e la salvezza anche, ma veniamo da due risultati utili consecutivi, una vittoria e un pareggio sfortunato. Ci stiamo allenando al massimo e la squadra è sempre più consapevole dei propri mezzi con un'identità precisa. Personalmente spero di aiutare compagni e società nel raggiungimento dell'obiettivo comune. Il sacrificio ripaga sempre”.

Consigli l'esperienza in Australia ai calciatori italiani?
“Se siete alla ricerca di un' esperienza diversa che non sia solo calcistica, dove vi potete mettere in gioco in qualsiasi settore, l'Australia è il posto giusto. Viaggiare significa crescere e abbandonare pregiudizi”.

Sezione: NEWS TRITIUM / Data: Mer 05 febbraio 2020 alle 13:00
Autore: Rossana Stucchi
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