Nona puntata della nostra rubrica “La Giana in vacanza” dedicata a Nosy Be, dove il difensore Simone Bonalumi ha deciso di trascorrere le proprie vacanze con la compagna. Si tratta della maggiore isola dell’arcipelago malgascio dopo l’isola madre del Madagascar (la Grande Terra). Ha una superficie di circa 320 chilometri quadrati; si trova a circa 8 chilometri dalla costa del Madagascar, nel canale di Mozambico, ed è abitata da oltre 65 mila persone in continuo aumento grazie allo sviluppo del turismo. La popolazione locale mostra la mescolanza di sangue indonesiano, africano, indiano e cinese, conta 65 mila individui in prevalenza di etnia Sakalava che, ad eccezione di quella parte impiegata nel turismo, vive solo di pesca, di allevamento di zebù (usati anche per i lavori agricoli), di coltivazione della manioca, riso (il principale prodotto alimentare dei malgasci), ylang-ylang, cacao, caffè e spezie come lo zafferano, la celebre vaniglia, i chiodi di garofano, il pepe e la cannella.

L’isolamento geografico, le scarsità di comunicazioni interne e delle infrastrutture, lo sfruttamento indiscriminato operato in epoca coloniale prima dagli inglesi e poi dai francesi (come per il resto del Madagascar anche Nosy Be si rese indipendente dai francesi il 26 giugno 1960) sono alcuni degli elementi che concorrono a determinare l’arretratezza dell’economia malgascia. Le abitazioni dei villaggi sono costruite soprattutto in legno e lamiere, senza luce o acqua corrente. In alcuni centri sono presenti bagni pubblici con docce e servizi igienici. La valuta ufficiale è l’Ariary malgascio che ha preso il posto del Franco malgascio (la banconota da diecimila corrisponde a circa quattromila euro) ma sono molto ben accettati anche gli euro. Le carte di credito possono essere usate soltanto nei maggiori hotel e negozi di lusso.

 A Nosy Be, chiamata anche isola dei profumi (Nosy Manitra), la natura e gli animali sono i protagonisti assoluti: i vivaci e socievoli lemuri che vivono ancora in natura, tartarughe, coccodrilli, camaleonti (il Madagascar ospita circa la metà delle 150 specie presenti nel mondo), rane, uccelli tropicali sono soltanto alcune delle creature che popolano l’isola. La principale attrazione turistica di Nosy Be, così come del Madagascar,  è senza dubbio la sua biodiversità, unica al mondo, con piante e animali che vivono soltanto qui.

Anche gli appassionati di snorkeling resteranno più che soddisfatti:  i fondali corallini regalano immersioni con un’incredibile varietà di fauna sottomarina: pesci pagliaccio, pesci balestra, barracuda, mante, stelle di mare, anemoni,  delfini e balene. Di grande suggestione le spiagge di Ambatoloaca e Madirokely o quella di Andilana,  a Nord dell’isola.

Nosy Be è un’isola vulcanica formatasi per distaccamento dal supercontinente Gondwana prima e dall’India poi: ha quindi subìto un corso molto diverso dal quello del resto del continente africano e delle altre isole dell’Oceano indiano. Nosy Be rivela scorci suggestivi anche a chi decide di avventurarsi nell’entroterra e vedere gli undici laghi vulcanici presenti sull’isola ma dove è vietata la balneazione in quanto popolati da coccodrilli.

L’isola ha un clima favorevole durante tutto l’anno, con due stagioni: quella secca, che va da aprile a novembre, e quella umida, da dicembre a marzo. Qui anche la frutta ha un altro sapore: l’avocado, la papaya, il mango e l’ananas sono più dolci che altrove. Da provare poi i frutti meno noti per noi europei come jack fruit, pok-pok, corossol e coeur de boeuf. La carne di zebù, invece, è la più amata dai malgasci (ma in occasione delle festività prediligono il pollo) mentre il pesce viene consumato quotidianamente  in tutte le sue versioni.

Nosy Be rappresenta la più importante meta turistica del Paese malgascio, ideale sia per concludere un viaggio alla scoperta del Madagascar, sia come destinazione esclusiva per un soggiorno balneare e alla scoperta della natura incontaminata, grazie alla presenza di numerose strutture ricettive di recente realizzazione e di elevato livello, alla sicurezza dell’isola e all’ospitalità dei suoi abitanti. Un’isola senza problemi di terrorismo o di delinquenza, dove si possono visitare villaggi senza il rischio di essere molestati. Anche sulle spiagge ci si può rilassare senza l’incubo dei venditori ambulanti come accade invece in tanti altri Paesi (e nella stessa Italia). Tre le religioni presenti: animista (la più diffusa), cristiana e musulmana che coesistono senza conflitti.

Sezione: GIANA ERMINIO / Data: Mar 10 luglio 2018 alle 11:00
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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