Sempre presente al seguito della Tritium, Karol Riva, originario di Trezzo sull'Adda ma residente in provincia di Lecco a Galbiate, è un super tifoso biancoazzurro. In questa intervista Karol parla di sè, della sua passione e dei suoi auspici per la stagione in corso, ricordando il recente passato del calcio abduano con un pensiero speciale per Giorgio Pesenti.
Ciao Karol, presentati.
"Sono Karol Riva, 31 anni, dei quali 22 passati a seguire con grande passione la Tritium. Nella vita sono laureato in Scienze Ambientali e ad oggi sono impiegato in una società di servizi nel lecchese".
Come nasce la tua passione per il calcio?
"La devo a mio padre, un grandissimo cuore milanista. Fin da piccolo mi ha insegnato la nostra 'religione', quella rossonera: ogni qualvolta il nostro Milan era in tv, eravamo uno accanto all'altro a fare il tifo. All'epoca non ero ancora un frequentatore di stadi, ma ricordo ancora la grande emozione della prima volta: un regalo proprio di mio padre, che mi portò ad un Monza-Milan estivo al Brianteo. Mentre ancora oggi come grande ricordo che ho con lui è l'abbraccio del 2003, quando Sheva segnò l'ultimo dei rigori di Manchester: eravamo in casa a Trezzo e praticamente è esploso tutto".
E quella per la Tritium?
"Anche qui è merito sempre di mio papà Arnaldo: la prima cosa che faceva quando il lunedì comprava il giornale era dare un'occhiata al risultato della squadra della nostra città. Pian piano questa cosa mi ha preso e quando nelle attività e nei negozi di Trezzo, veniva distribuito ancora il fantastico mensile 'Forza Tritium0 mi interessavo sempre più a questa squadra. Finché nella primavera 1997 scocco la scintilla: chiesi a mio padre di portarmi allo stadio. Fu il mio esordio da tifoso, che ricordo ancora come fosse ieri: un derby Tritium-Bellusco 2-2, Eccellenza Girone B 1996/97. Purtroppo quell'anno si chiuse con una retrocessione, ma fu subito grande amore. Da lì in avanti nel corso degli anni fu un amore crescente destinato a durare per sempre. E sono innumerevoli le soddisfazioni di questi 22 anni: quella retrocessione fu l'unica. Da lì in avanti, se escludiamo i pasticci del dopo-serie C, conto solamente innumerevoli trionfi, ben sei salti di categoria, con il coronamento di tre stagioni nei professionisti, un campionato di C2 e una supercoppa vinti. Per me questa non è semplicemente una squadra di calcio: questa è la mia seconda pelle, la squadra a cui mi ha avvicinato mio padre, la squadra che ormai tifava anche mia madre. Emozione pura".
Stagione 2007/2008. Cosa ti ricordi?
"La Tritium di Mister Mangia: l'inizio del nostro sogno. Da lì sono state poste le basi per il salto nei professionisti. A Trezzo sull'Adda arrivò gente del calibro di Dionisi, Graziani, Gemmi, Cozzi, ma soprattutto i fratelli Bortolotto. Il mister ha saputo amalgamare un gruppo eccezionale: quel 4-2-3-1 ha fatto la storia e dominava sempre e comunque! Il destino ha voluto che il Como vinse quel campionato, anche se a mio avviso la Tritium aveva qualcosa in più. Ricordo bene anche il playoff con un gran goal di Pesenti contro il Montichiari: fini 2-2 e purtroppo sembrava la fine del nostro sogno... Ma non fu così".
Dopo un'annata interlocutoria in serie D con mister Beggi arriva alla Tritium un allenatore dal futuro radioso...
"Stefano Vecchi, semplicemente la perfezione: se dovessi fare un paragone, con le dovute proporzioni, penso al Milan di Sacchi. In tutti questi anni da appassionato di calcio, mai ho visto una squadra in grado di dominare come quella. E non lo dice solo il grande record di 25 punti sulla seconda nel campionato di Serie D: lo dice il gioco espresso, un calcio-champagne come ormai nemmeno più si vede in giro. Quella squadra era una vera squadra di galattici, ricordo ancora benissimo quella fantastica formazione: Pansera; Martinelli, Malgrati, Dionisi, Riva; Corti, Daldosso; E. Bortolotto, R. Bortolotto, Chimenti; Lenzoni/Pesenti. Le partite con questi giocatori iniziavano sul 2-0 in nostro favore. Il primo anno in Serie D, come detto, fu un trionfo senza avversari in grado di reggere il passo. Fu davvero un record del calcio italiano: bellissimo il ricordo di quella trasferta l'11 aprile 2010 a Darfo Boario in pullman, con tanto di festa finale con 5 giornate d'anticipo in quanto il Renate era infatti già a -19. L'anno dopo fu invece ancor più bello: servivano pochi innesti e quelli fatti furono ottimi, su tutti Teso e Sinato. Contro ogni pronostico, partita dopo partita, Vecchi fu in grado di riprodurre una squadra magnifica, che nel corso del girone del ritorno riuscì a mettere in fila squadre abituate a campionati di altro livello, come Pro Vercelli, Pro Patria e Feralpi Salò. Il ricordo più bello è senza dubbio quello di quel pomeriggio: 8 maggio 2011, nel nostro stadio, Tritium-Sanremese 1-0 con eurogol di Sinato. Non nascondo che al fischio finale mi sono messo a piangere come un bambino: la mia Tritium, la nostra Tritium, ufficialmente promossa in Serie C1. Terzo livello del calcio italiano: semplicemente un sogno diventato realtà".
La Serie C, ma poi una grande caduta...
"Esatto. Come detto la Serie C, soprattutto la C1 furono un grande sogno diventato realtà: anni bellissimi che hanno portato la Tritium ad un livello impensabile solo qualche anno prima. Le soddisfazioni più grandi si possono racchiudere in due aspetti. Il primo è quello di aver vinto su molti campi di Serie A: sono nella storia le nostre vittorie del biennio in C1 contro Pisa, Foggia, Avellino, Como, Benevento, per non dimenticare la supercoppa di C2 vinta contro Latina e Carpi. Il secondo è quello che nella realtà lombarda di quegli anni siamo riusciti a far meglio e soprattutto anche ad essere in categorie superiori rispetto a vicini di casa come Monza e Lecco, costrette ad invidiarci. Fu semplicemente meraviglioso e nessuno potrà mai toglierci quanto fatto. Purtroppo negli anni successivi ci fu poi la caduta: purtroppo una persona sbagliata (Domenico Di Conza, ndr) che non nomino si è rivelato un unico flop. Non aggiungo altro, se non che anche in annate difficili, il mio amore per i nostri colori non venne meno".
E la rinascita.
"Quello che successe in quegli anni, per quanto mi riguarda è già dimenticato: oggi siamo di nuovo in mani fantastiche e quanto sta facendo il gruppo capitanato dal nostro presidente Juri Camoni è davvero unico. Quanto è arrivato lui credo che della Tritium non ci fosse praticamente più nulla: da questo nulla lui è ripartito e ci ha regalato già due trionfi in altrettanti campionati. Un'impresa incredibile e destinata sicuramente a scaldarci i cuori e farci sognare ancora in grande in futuro. Vedo una società, con grande passione e grandi competenze: a Trezzo siamo professionisti nel DNA! Colgo l'occasione per salutare e ringraziare il nostro fantastico presidente".
Quale giocatore ricordi in particolare?
"Giorgio Pesenti, Re Giorgio, GP9: per me lui è la Tritium! Il nostro Bomber, il nostro capitano, il nostro condottiero: quanti incredibili goal. Di destro, di sinistra, di testa, in rovesciata. Un uragano, una forza devastante: il nostro simbolo. Con gli anni siamo diventati anche amici e con piacere ed orgoglio mi piace citare un mio diario, una raccolta di foto, pensieri, biglietti delle partite, articoli di giornale dal 2003 al 2014 che con tanta pazienza e intensità ho creato nel tempo e che ho voluto donargli personalmente, come se fosse un ringraziamento per tutte le emozioni che mi ha fatto e ci ha fatto vivere ogni domenica. Anni fantastici incoronati nel migliore dei modi da quella grande festa: Tritium-Caravaggio 3-2, la domenica successiva della trasferta di Darfo, con doppietta del nostro capitano. Fu qualcosa di incredibile. Ancora ricordavo la delusioni di due anni prima dopo il 2-2 con il Montichiari che citavo prima: in quel momento è come se tutto fosse stato cancellato. Il Dio del calcio aveva finalmente fatto giustizia con il nostro Re Giorgio festeggiavamo l'approdo nei professionisti. Aggiungo però altri due giocatori che ricordo con piacere: Enrico Bortolotto, che per me è stato il calciatore più forte che io abbia mai visto con la nostra maglia, e Diego Daldosso, che per visione di gioco unità ad intensità era il nostro Andrea Pirlo".
Come vedi questa stagione?
"Peccato essere partiti con il freno a mano tirato. Dopo due campionati stravinti, è solo da ammirare questa squadra e soprattutto questa dirigenza. Con il mercato di novembre/dicembre sono stati fatti ottimi innesti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la squadra è seconda in classifica e ci sta facendo divertire! Quando gli impegni familiari me lo consentono, soprattutto nelle trasferte vicino casa - ora abito a Galbiate - non manco e devo dire che nel corso del campionato la squadra ha avuto una grandissima crescita. Leggo che l'obiettivo sono i playoff: sarebbe fantastico ripetere quanto fatto nel 2005 contro Usmate, Sondrio, Varese e Nova Colligiana. Sono tranquillo perché con l'attuale dirigenza non si può far altro che essere ambiziosi e sono sicuro che prima o poi in Serie D torneremo di sicuro. Sognare altri salti sarebbe anche lecito, ma in tutto, nella vita, vale sempre la stessa regola: diamo tempo al tempo. La cosa che conta è essere fieri di essere biancoazzurri. Sempre Forza Tritium".
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