Torna anche questa settimana “L’Angolo dei Ricordi”, la rubrica che ci racconta il passato calcistico di un ex giocatore biancoazzurro. In questa puntata l’ospite è Aaron Martinelli, classe ’88, terzino destro che ha vestito la maglia della Tritium dalla stagione 2007/2008 fino alla scorsa estate, conquistando sul campo due promozioni consecutive nonchè due salvezze in Prima Divisione. Attualmente è in forza al Sondrio, squadra che milita nel girone B del campionato di Eccellenza lombarda.

Aaron, sei cresciuto nel settore giovanile dell'Atalanta.
"Esatto, ho svolto tutta la trafila nel settore giovanile del team bergamasco. Ho avuto un po’ di problemi fisici al ginocchio quando giocavo negli Allievi Nazionali, poi mi sono ripreso ma ho avuto ancora dei problemi alla spalla. Ho passato due o tre anni un po’ travagliati: in seguito mi sono ripreso bene".

Arrivi alla Tritium nel 2007/2008 con mister Devis Mangia e parti subito titolare.
"Mi ricordo che il signor Favini, nell'estate del 2007, mi aveva dato carta bianca: Voghera o Trezzo sull'Adda. Sono andato a parlare con la dirigenza biancoazzurra e dopo il colloquio ho detto al presidente che gli avrei fatto sapere; tornando a casa l’ho richiamato dicendo che andava bene: l’ambiente mi aveva fatto subito una buona impressione. Tra l’altro in quella stagione eravamo andati ai playoff: era stata una bella annata ed eravamo una bella squadra. Peccato che avevamo davanti il Como nettamente più forte".

Nell'estate del 2008 parti per il ritiro con l'Ivrea ma torni subito a Trezzo.
"Ho effettuato il ritiro estivo con l'Ivrea. Avevo seguito mister Mangia e Alessio Dionisi. Sono tornato subito alla Tritium: in panchina c'era Beggi, ma ho giocato solo sei partite in tutto perché ho dovuto subire un intervento chirurgico alla spalla per un infortunio".

A proposito, sulle sponde del fiume Adda nei hai subiti parecchi.
"Nella stagione 2007/2008 sono sceso in campo con la spalla traballante che mi usciva: avevo il tutore ed in qualche modo sono riuscito a portare a termine il campionato. L’anno successivo con Beggi avevo lo stesso problema; addirittura mi era uscita mentre dormivo un sabato notte prima di una partita: ho chiamato il mister e gli ho comunicato che mi sarei dovuto operare per forza. Nella mia ultima stagione in biancoazzurro, invece, mi sono rotto il setto nasale".

Stagione 2009/2010: in panchina Stefano Vecchi e in due annate calcistiche si vince tutto.
"Nel luglio del 2009 sono partito per il ritiro mentre ero nella fase finale del recupero alla spalla. Sono stato indisponibile per metà ritiro e nell'altra metà aggregato con la squadra. E' stata un'annata straordinaria: abbiamo centrato il record di punti in serie D, ben 80. Recupero dall'infortunio, ero sceso in campo. In Seconda Divisione, invece, nel mio ruolo mi sono alternato con Denis Fondrini. E’ stato ancora più bello: non se l’aspettava nessuno di ottenere una strepitosa promozione da neopromossi".

Il tuo rapporto con mister Simone Boldini: eri molto stimato da lui.
"Sono sempre andato d’accordo con lui: non ho mai avuto niente da dire nè come persona nè come tecnico. Con il gruppo forse si era un po’ deteriorato il rapporto con Boldini, soprattutto nel girone di ritorno".

Cosa ricordi della prima e della seconda salvezza in Prima Divisione?
"La prima è stata più bella in quanto abbiamo espugnato campi storici: Pisa, Avellino e Foggia su tutti. Abbiamo calcato campi bellissimi su cui giocare: è stata una bella esperienza. E’ andata bene: ci siamo salvati tranquillamente senza disputare i playout. La seconda, invece, è stata più travagliata: abbiamo ottenuto solo quattro vittorie. Abbiamo cambiato tre allenatori: siamo partiti con Bertani, poi è arrivato Magoni a inizio novembre, per concludere da fine gennaio con il duo Romualdi-Cazzaniga, che ci hanno condotto ai playout e ad ottenere una grande e fondamentale vittoria a Portogruaro".

Nel luglio scorso arrivano le notizie delle mancate iscrizioni, prima in Lega Pro e poi in serie D.
"Secondo me, se si parlava chiaro fin dall’inizio, sarebbe stato meglio. Qualcuno avrebbe dovuto dire: “Ragazzi non ci sono le possibilità": lo si sarebbe accettato e basta”.

Ora sei a Sondrio con Bertani, già tuo mister alla Tritium: come ti trovi?
"Mi ha chiamato il Renate ed avevo la possibilità di andare in Svizzera tramite il mio procuratore. Ho compiuto la scelta di andare a Sondrio anche per il lavoro. Parliamoci chiaro: il calcio è un mestiere che termina a trenta anni o giù di lì. Un conto è prendere certe cifre di determinate società. Invece, se ogni anno devi tirare avanti con uno stipendio normale, arrivi a 30 anni e dopo cosa si fa? Secondo me a certi livelli non ne vale più la pena. Non sto dicendo che snobbo la categoria: è sempre la mia passione, mi pagano e effettuo il mio compirto seriamente, però l’impegno non è più tutti i giorni; sono solo tre volte alla settimana ed io ci abbino il lavoro: ad inizio febbraio apro la partita Iva ed incomincio a lavorare. Finora, calcisticamente parlando, sto vivendo un periodo positivo con il Sondrio: siamo campioni d’inverno".

Sondrio è una piccola Tritium: un tuo compagno di squadra è l'ex abduano Brandi.
"Ho ritrovato con piacere l'ex centrocampista abduano Brandi, l’anno scorso con me alla Tritium".

Cosa provi a vedere la Tritium in Promozione?
"Amarezza perché si è mandato all’aria tutto il lavoro fatto negli ultimi anni. Ho sentito che ultimamente sono tornati Roberto Bortolotto e Denis Fondrini. Auguro alla Tritium di salire il prima possibile almeno nella categoria che gli compete".

In conclusione, ti va di salutare i tuoi vecchi tifosi?
"Sicuramente faccio un saluto a tutta la gente di Trezzo sull'Adda che segue ancora la Tritium, a tutti i miei ex compagni, ai mister ed a tutto lo staff con cui in questi sei anni ho vissuto dei bellissimi momenti. Grazie mille a voi del portale TuttoTritium.com per questa intervista".

Sezione: SGUARDO SERIE A / Data: Gio 16 gennaio 2014 alle 16:00
Autore: Rossana Stucchi
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