“E’ la partita della vita”. Così l’ha definita Cesare Albé sul prato di Olbia, appena finita la gara di andata dei playout. Per il 70enne tecnico di Cassano d'Adda, quella di stasera (ore 20 al Città di Gorgonzola) sarà l’ultima partita della sua carriera di allenatore e di sicuro è una delle più importanti della storia centenaria della Giana. Che, se non batte l’Olbia, retrocede in Serie D dopo sei campionati nei professionisti. I sardi vincendo il primo round hanno annullato il vantaggio di classifica che aveva la Giana, alla quale resta la possibilità di vincere con qualsiasi risultato perché non ci saranno i supplementari e i gol in trasferta non varranno doppio: quindi con 1’1-0 o il 2-1 la Giana si salva. Imperativo dunque vincere e per farlo ci vorrà coraggio. Quello che è mancato in Sardegna dove la squadra, schiarata con il 3-5-2, si è appiattita sull’Olbia lasciando fare la partita agli avversari e puntando troppo presto sullo 0-0. Concetto che ha espresso anche Albé. Ora il tecnico deve avere innanzitutto il coraggio di cambiare modulo e proporre quel 4-3-1-2 che può mettere in difficoltà l’Olbia, con Maltese o Bellazzini dietro le punte Manconi e Perna. A centrocampo rientrerà dalla squalifica capitan Pinto e in difesa potrebbe esserci Teso, la cui esperienza farebbe comodo. Poi andranno sfruttati meglio i cambi perché i gol che servono possono arrivare in qualsiasi momento della partita. A Olbia, in pratica, ne sono stati fatti solo due (Bellazzini per Piccoli, che era ammonito e Duguet per Perico): giusti entrambi ma pochi. Gli altri due, Corti e Fumagalli, sono entrati troppo tardi e il quinto è rimasto in canna. Le possibilità di salvezza restano intorno al 50% perché la Giana ammirata prima della sospensione può battere l’Olbia. Ma ci vuole coraggio.

Sezione: EDITORIALE / Data: Mar 30 giugno 2020 alle 08:00
Autore: Stefano Spinelli
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