I due titoli a Trezzo d’Adda, indossando la prestigiosa maglia della Tritium, oltre al più lontano, ma certo non meno emozionante, ricordo legato al successo in Promozione con il Valle Brembana. Tre trionfi, per altrettanti salti di categoria, valsi la ciliegina per una delle coppie più belle, sportivamente parlando, della scena dilettantistica. Yuri Cortesi e Matteo “Toro” Galbiati: L’uno mediano tutto cuore, polmoni e piedi educati, insignito ovunque andasse della fascia di capitano, dall’alto delle indubbie doti carismatiche e temperamentali. L’altro, prolifico bomber, abile ad approfittare degli ultimi scampoli di stagione concessi dalla pandemia e dal relativo stop dei campionati per coronare una carriera vissuta col gol nel sangue approdando alla fantasmagorica quota di 200 reti. Premesse di valore, che rimandano anche all’intesa, tra i due, divenuta nel tempo amicizia vera, dentro e fuori dal campo, e che, con il benestare del Covid-19, suonano da miglior viatico per l’ambizione dell’Inzago. La corazzata della Martesana, protagonista indiscussa nella prima fase di torneo andata in scena nel girone E di Prima categoria, sogna ad occhi aperti, con un “Corte” nel motore e un “Toro” al traino, sulla linea avanzata.
Nome, Cognome, Soprannome
Y.C.: “Yuri Cortesi, il “Corte””.
M.G.: “Matteo Galbiati, per tutti “Toro””.
Professione
Y.C.: “Lavoro con mio fratello, nel ramo degli assemblaggi in genere”.
M.G.: “Operaio”.
Incarico nel dilettantismo
Y.C.: “Centrocampista scomodo da affrontare, tutto cuore, corsa, polmoni. E a tratti anche piedi”.
M.G.: “Attaccante”.
Pronostico secco: quando torneremo in campo?
Y.C.: “Fosse per me, domani. Ma temo dovremo aspettare febbraio o marzo”.
M.G.: “Spero il prima possibile. Marzo 2021”.
Il tuo sportivo preferito
Y.C.: “Roy Keane, che i più giovani sicuramente non conosceranno, ma per me uno dei centrocampisti più completi, carismatici e con un temperamento pazzesco. Tra gli Anni Novanta e Duemila, il capitano del Manchester United”.
M.G.: “Giocando a calcio, il mio idolo da ragazzino era Bobo Vieri e quindi scelgo lui come sportivo. E come esempio da seguire, dentro e fuori dal campo (ride, n.d.r.)”.
Squadra del cuore. Da sempre?
Y.C.: “Inter, da sempre. Mi piace soffrire (e ride, n.d.r.)”.
M.G.: “La squadra del cuore è la Juventus, ma da bergamasco non dimentico l’Atalanta”.
La vittoria (o la partita) che ricordi più volentieri
Y.C.: “Inter-Bayern Monaco, finale di Champions League del 2010, decisa da una doppietta del “Principe” Milito”.
M.G.: “Più che partita dovremmo parlare di un Mondiale intero. Nel 2006 me le sono viste tutte, era una Nazionale tra le più belle e forti di sempre. E quel trionfo resta indimenticabile”.
E tra i dilettanti? Raccontaci la tua carriera
Y.C.: “Ho fatto il settore giovanile tra Zognese e Ponte San Pietro, diventato poi Pontisola. A livello di prima squadra, ho girovagato per la provincia: Zognese, Paladina, Ponteranica, Valle Brembana, Villa Valle, Stezzanese, Tritium, Colognese, finendo lo scorso anno a San Giuliano Milanese e vincendo un campionato anche lì. In tutto fanno sette titoli”.
M.G.: “Ho iniziato nella Voluntas Osio, dove sono rimasto fino a 25 anni, giocando tra Prima, Promozione ed Eccellenza. Poi sono passato al Valle Brembana, dove abbiamo vinto il campionato di Promozione, e l’anno successivo al Villa Valle, chiudendo a metà classifica. A Ciserano, in Eccellenza, assieme al campionato arrivò anche la Coppa italia. Dopo Ciserano, il ritorno al Villa Valle, con un secondo posto culminato nei playoff e nella finale che abbiamo perso. L’anno successivo, iniziai al Villa Valle ma a dicembre approdai alla Trevigliese, in Promozione, vincendo il campionato. Venne allora il turno della Tritium e del Triplete: dalla Prima all’Eccellenza, fu una cavalcata inarrestabile. Poi di nuovo in Prima, all’Asperiam e, infine, all’Inzago”.
Qual è il ricordo più bello della tua carriera? E il più brutto?
Y.C.: “Senza dubbio il più bello è legato all’avventura di Trezzo, con il diesse Gianluca Leo e la famiglia Camoni. E poi c’è il titolo al Valle Brembana, giunto all’ultima giornata di un torneo trascorso a inseguire. Non ho ricordi brutti legati alla mia carriera”.
M.G.: “L’avventura a Trezzo, quale ricordo più bello. E ai tempi di Ciserano, un mio gol nei minuti finali di Verdello-Ciserano, alla penultima giornata, ci ha permesso di staccare la seconda e di andare a vincere il campionato. Il più brutto è forse rappresentato dalla sconfitta nella finale di playoff, ai tempi del Villa Valle. Avevamo perso in casa l’andata per 2-1, al ritorno in trasferta abbiamo vinto 1-0 ma non è bastato”.
C’è un dirigente con cui avresti voluto lavorare? E un giocatore?
Y.C.: “Ho sempre avuto la fortuna di lavorare con grandi dirigenti e francamente non ho mai pensato con chi altro mi sarebbe piaciuto farlo. Come giocatore, dico Simone Cerea, uno dei centrocampisti (oggi al Forza & Costanza, in Eccellenza, n.d.r.) più forti del nostro calcio, ma che ho sempre affrontato, ad eccezione dei tornei estivi, da avversario”.
M.G.: “Sui dirigenti non saprei, non ne conosco molti al di là di quelli che ho frequentato nelle squadre in cui ho militato. Sui giocatori, scelgo per amicizia Andrea Paganelli. L’ho affrontato soltanto da avversario, ma soprattutto è un amico di vecchia data”.
Il tuo sogno nel cassetto
Y.C.: “Poter aiutare le mie due figlie Greta e Aurora a realizzare i loro sogni”.
M.G.: “Ormai per il calcio è un po’ tardi, la Serie A è andata (ride, n.d.r.). Penso che veder crescere bene mio figlio sia il sogno più bello”.
E in ambito calcistico, qual è la tua ambizione?
Y.C.: “Continuare a vincere”.
M.G.: “Giocare e vincere il più a lungo possibile”.
Una persona cui sarai sempre grato
Y.C.: “Sono due persone, mio papà e mio fratello”.
M.G.: “Sono grato alla vita che ho vissuto, ma in particolare dico grazie ai miei genitori”.
Un tuo pregio e un tuo difetto
Y.C.: “Battagliero, quale pregio. Rompicoglioni, quale difetto”.
M.G.: “Sono generoso, ma anche permaloso”.
Un pregio e un difetto dell’altro
Y.C.: “Il pregio è la sua bontà. Il difetto è che a volte è troppo sereno (e ride, n.d.r.)”.
M.G.: “Non ha paura di nessuno. Ma è anche tremendamente testardo, a volte troppo”.
Ricordi quanto vi siete conosciuti?
Y.C.: “Ci siamo conosciuti nel 2011, giocando nel Valle Brembana”.
M.G.: “Ci siamo conosciuti di persona al Valle Brembana, in Promozione”.
Un bilancio del vostro percorso assieme
Y.C.: “Bilancio più che positivo, insieme abbiamo giocato quattro anni, cinque con quello di Inzago, vincendo tre campionati e concludendone un altro nella parte alta della classifica”.
M.G.: “Direi più che bene. Abbiamo giocato al Valle Brembana vincendo il campionato. Poi al Villa Valle siamo arrivati a metà classifica. A Trezzo due titoli in due anni e oggi Inzago”.
Tu e lui come…a quale coppia vi ispirate?
Y.C.: “Visto che gli dico sempre che è il mio Lukaku bianco, potremmo dire Lukaku-Nainggolan, nel Belgio di qualche anno fa”.
M.G.: “Essendo lui interista, potrei dire Vidal e Lukaku”.
Il più bel ricordo che hai in sua compagnia
Y.C.: “La Tritium. E’ stata un’avventura esaltante”.
M.G.: “I due anni a Trezzo sono stati davvero indimenticabili”.
Manda un saluto all’altro
Y.C.: “Ma vaiiiii Toro che dobbiamo aggiornare anche quest’anno la bacheca!!!”.
M.G.: “Ciao Capitano. Ci vedremo presto sul campo per vincere un altro capitolo”.
Autore: Mattia Vavassori
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