E sfatiamolo una volta per tutte il luogo comune del calciatore che non studia. A farsi paladina di questa piccola battaglia è - per meriti sul campo - la Tritium (Prima Divisione), che vanta un autentico record: nella sua rosa ha due laureati e otto studenti universitari. Il capitano Enrico Bortolotto è dottore in Statistica, Fabio Cusaro invece è laureato in Servizi Giuridici per le Imprese. Studiano all'università anche Christian Monacizzo (Lettere e Culture mediali), Luca Nardiello e Matteo Teoldi (Economia), Aaron Martinelli, Valerio Brandi e Alberto Andrea Paleari (Scienze motorie), Pietro Cogliati (Scienze Politiche) e Filippo Corti che giovedì discuterà la tesi in Scienze Internazionali.

Lo statistico. Dal giorno della sua laurea sono quasi passati nove anni. Enrico Bortolotto, classe 1981, ha alle spalle il numero sette ed è un esterno di centrocampo di corsa e di qualità. Nel cassetto ha una laurea in Statistica e la sua è una storia particolare perchè ha voluto dare la precedenza all'Università rispetto al calcio. Originario di Carpenedo (Venezia), ha rifiutato mentre studiava la chiamata di Mantova e Tolentino (all'epoca della vecchia C2) ed ha continuato a giocare ad Abano Terme, in Eccellenza, per studiare. Il destino ha voluto che Felice Centofanti sbarcasse in Veneto per tenersi in allenamento e da qui la svolta: "Centofanti mi aveva notato - racconta - e pochi giorni dopo la discussione della tesi, nel 2004, mi ha chiamato con lui ad Ancona in C2. Il calcio per me rimane la cosa più bella del mondo, ma non credo che una volta terminata la carriera resterò in questo ambiente, spero di usare la mia laurea". E sulle possibilità di salvezza della Tritium: "Credo che con il lavoro e con l'impegno - scherza Bortolotto - statisticamente possiamo farcela".

Il laureando. Per Filippo Corti mancano quattro giorni al momento fatidico in cui si sentirà chiamare "dottore" in Scienze Internazionali. Ma lo preoccupava di più la gara di oggi (poi rimandata) contro il Lumezzane. Classe 1989, mediano, Corti ha frequentato il Liceo Classico e ha iniziato a dare calci al pallone a Pioltello nella squadra dell'Oratorio. Giovedì 20 dicembre discuterà la tesi dal titolo "L'Unesco e la tutela del patrimonio culturale intangibile". "Il patrimonio intangibile è tutto ciò che non si vede ma che va protetto - spiega Corti - i dialetti, le tradizioni, le abitudini, i canti popolari. Il calcio è un patrimonio intangibile? Sì, come fenomeno di costume nei campetti d'oratorio e di periferia potrebbe essere. Bisognerebbe approfondire...". Nel suo futuro vede, ovviamente, il pallone ma in due piedi, a carriera finita, dice di getto che da grande farebbe più che volentieri l'insegnante. "Da gennaio comunque ricomincio a frequentare la specialistica". Allenamenti e libri, dunque, la storia continua.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 dicembre 2012 alle 15:00 / Fonte: Elena Sandre per La Gazzetta dello Sport
Autore: Mattia Vavassori
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