I colleghi del portale sprintesport.it hanno intervistato Christian Gregori, mister della Tritium Under 16. Il tecnico biancoazzurro ha parlato del suo presente a Trezzo sull’Adda e del futuro.

Ciao mister, tutto bene? Come hai passato questi mesi di lockdown?
"Ho passato questi mesi in casa con la famiglia. Ovviamente c’era un po’ di ansia per quello che stava accadendo, come normale che sia".

Ti manca il campo? Senti spesso i tuoi ragazzi?
"Sì, tantissimo, così come mi mancano gli allenamenti coi miei ragazzi e l’adrenalina della partita. Non avrei mai immaginato di stare così tanto tempo lontano dal campo. Con i ragazzi purtroppo ci siamo sentiti poco: all’inizio abbiamo proposto degli allenamenti in collaborazione col nostro preparatore atletico, ma poi con l’evolversi della situazione abbiamo capito che sarebbe stato difficile riproporre sedute efficaci da fare in casa".

Si sta parlando molto di come far finire questi campionati, tra retrocessioni e promozioni. Qual è la tua posizione e idea a riguardo?
"Quello che è successo è sicuramente qualcosa di grave e inatteso. Ci si aspetta da parte della federazione risposte chiare precise, anche se di sicuro non tutti saranno contenti e se ne dovranno fare una ragione".

Si tornerà in campo a settembre? Saresti pronto a farlo anche eventualmente senza un vaccino?
"Secondo me dipende molto dalla scuola: se riapriranno le scuole penso si possa iniziare, ma con le linee guida che si hanno oggi dalla federazione la vedo dura riprendere. Per il resto sì, io sarei pronto per iniziare a settembre senza alcun tipo di problema".

Passando al calcio giocato, prima dello stop occupavate una buona posizione. Soddisfatto dell’annata?
"Sono davvero molto soddisfatto: penso che ad inizio anno in pochi pensavano che saremmo arrivati là in alto e invece siamo stati in grado".

Che gruppo è quello dei 2004? Quali potenzialità ha?
"E' fantastico, composto da ragazzi intelligenti e dotati tecnicamente con un forte potenziale. Possono e dovranno migliorarsi sempre perché hanno tutte le carte in regola per farlo".

Qual è stato il momento più alto e quello più basso della vostra stagione?
"Fortunatamente ce ne sono stati più di uno. In generale è stato un percorso in crescendo e ce la potevamo giocare con tutti a testa alta. Forse la vittoria in casa contro la Pro Sesto è il momento più alto, mentre quello più basso sicuramente l’ultima partita persa con la Vis Nova con così tante reti subite. Pensando soprattutto al fatto che ci presentavamo come la miglior difesa del campionato fino a quella partita".

Come credi sarebbe andata a finire nel vostro girone? Sareste stati pronti ad agguantare e giocare i playoff?
"Penso che per i valori espressi in campo la classifica rispecchiava la realtà, anche se noi eravamo pronti e avevamo tanta voglia di riscatto .Chi ci avrebbe incontrato si sarebbe trovato davanti una squadra determinata per rimanere in zona playoff".

Cosa significa allenare alla Tritium? Come ti trovi? Che tipo di società è?
"E' stimolante perché la società è importante e molto ambiziosa. Ho già allenato qui per due stagioni dal 2008 al 2010 nell’attività di base. Quello che viene sarebbe il quarto consecutivo in agonistica: penso di trovarmi davvero molto bene".

Qual è la tua filosofia di calcio? Hai un modulo preferito?
"Mi piace il gioco del calcio anche se spesso è difficile tenere il pallino del gioco per tutta la partita. Cerco di inculcare ai ragazzi una mentalità vincente. Per me il calcio è semplice: quando ho la palla non devo perderla e quando non ce l’ho devo recuperarla il prima possibile. Mi piace il 4-3-3 ma poi dipende dai giocatori che hai a disposizione".

Qual è il ricordo più bello della tua carriera? E quello meno bello se lo hai?
"Ne ho tanti di ricordi belli, ma quello più significativo forse è stato quando facevo da secondo allenatore a Gianluca Balestri al Brescia. Allenavamo i giovanissimi sperimentali del Brescia e abbiamo vinto contro il Milan gol di testa di Salvatore Esposito. Bellissimo davvero, anche se io sono milanista. In quella squadra giocava anche Sandro Tonali e tantissimi altri ragazzi che hanno fatto strada nel calcio. Ricordi meno belli non ne ho nessuno: tutte le cose anche quelle negative servono per farti crescere quindi le ritengo importanti comunque".

Come racconteresti questo mestiere a un ragazzo alle prime armi da allenatore? Gli consiglieresti di intraprendere questa strada?
"Gli direi che è un mestiere difficile, ma che è anche il più bello del mondo perché ogni stagione ha qualcosa da darti sotto tutti gli aspetti che siano essi tecnici, tattici o umani. Gli consiglierei di fare l’allenatore solo se ha una forte passione, se ha tanta voglia di dare e di mettersi sempre in gioco".

Hai un sogno nel cassetto?
"Vincere da allenatore la Champions League: sognare non costa nulla".

Sezione: SETTORE GIOVANILE / Data: Lun 15 giugno 2020 alle 13:00
Autore: Mattia Vavassori
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