Simone Perico, difensore bergamasco della Giana Erminio che ha collezionato finora 14 reti e 90 presenze con la maglia biancoceleste, nell’ultima partita con il Tuttocuoio assente per un fastidio al retto femorale accusato durante il riscaldamento di domenica scorsa, è stato intervistato dal portale gianlucadimarzio.com, in occasione del termine degli studi presso la facoltà di Economia e direzione d’impresa all’università di Bergamo. L’esame più ostico è stato il diritto tributario come lui spiega: “Un argomento corposo e sono stato io un po’ pollo a lasciarlo per ultimo. Ma è andato bene anche questo. Un po’ come la partita contro la Cremonese: difficile, eravamo in svantaggio a fine primo tempo, poi abbiamo pareggiato grazie ad un mio gol e alla fine è arrivato addirittura il ribaltone con la rete del 2-1 di Marotta. Sì, la fatica è stata la stessa”. La tesi che ha presentato è stata basata sul prodotto calcio e l’evoluzione dei modelli di business, e come caso pratico il Manchester United, mettendo in luce come sia un modello vincente a livello mondiale non solo sul campo ma anche a livello di sponsor, merchandising, marketing, ricavi a prescindere dai risultati.

Sul percorso degli studi svela: “Quando sono passato in D ho pensato che era il caso di portare avanti anche altre strade. Mi ero fatto qualche domanda, da qui la scelta di ritornare a studiare. Ma senza lasciare mai del tutto la passione per il calcio che ho da sempre. Poi è arrivata la chiamata della Giana e per me è stata come una seconda possibilità in questo mondo".

Dedica i suoi cinque gol di questa stagione alla famiglia e alla fidanzata: “Il più importante è stato quello al Piacenza che ci ha permesso di vincere nel recupero. Ma sono indeciso, perché c’è anche quello contro la Cremonese. E forse lì è stato ancora più utile perché poi siamo riusciti a trovare la vittoria all’ultimo. Diciamo che sono stato fortunato e bravo nel farmi trovare pronto nello sfruttare le occasioni che mi sono capitate. I gol poi sono uno diverso dall’altro e in momenti cruciali della partita. L’anno scorso ne ho fatti sei, ora vorrei riuscire ad eguagliare quel record e magari anche superarlo”. 

Il suo idolo è Alex Del Piero: “Mio papà è juventino. Poi io ho iniziato a giocare nell’Atalanta e sono diventato atalantino, lo sono tuttora. Ma Del Piero era un riferimento per le giocate in campo e poi per la persona che ha dimostrato di essere al di fuori. Un esempio insomma. E a furia di guardare le sue partite, qualcosa ho imparato…”.

Racconta la sua carriera calcistica: “Da quando ero in quinta elementare ho iniziato il percorso nelle giovanili dell’Atalanta, dai Pulcini, per un totale di nove anni di settore giovanile lì a Zingonia, fino ad arrivare alla Primavera, dove ho giocato insieme a Bonaventura per tre anni. Adesso sono contento di vederla in quelle posizioni di classifica e se potesse togliersi la soddisfazione di andare in Europa sarebbe il massimo per un ambiente come quello”.

Infine, l’ambizione di poter restare sulla carrozza delle squadre che lotteranno per i playoff e i suoi obiettivi personali futuri: “Qualsiasi soddisfazione è sempre frutto del lavoro. Spero solo di continuare migliorarmi personalmente. Poi certo, magari arrivasse una chiamata da una categoria superiore, è il sogno di tutti e si valuterà più avanti. Quando dai il tuo meglio, le cose arrivano da sole

Sezione: LE INTERVISTE / Data: Mer 15 febbraio 2017 alle 10:00
Autore: Davide Villa / Twitter: @@villdav3
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